URTICA - appr

URTICA DIOICA (Betasitosteroli)

COMPOSIZIONE CHIMICA

 La pianta è ricca di polisaccaridi a catena lunga, identificati sinora in numero di cinque, con peso molecolare compreso tra i 15 e i 50 kDa. Contiene una lectina ricca in acetilglucosamina. I composti più abbondanti sono dei composti fenolici in C6-C3, in particolare acidi fenolici, aldeidi fenilpropaniche e alcooli fenilpropanici, e in C6-C2, in particolare lignani diarilfuranici e bis-fenilpropani come l’iresinolo, il secoisolariciresinolo, il isolariciresinolo, il pinoresinolo, il neoolivile e alcuni altri minoritari. Ben rappresentati sono anche gli steroli. Contiene anche discrete quantità di flavonoidi. Nelle radici sono presenti l’alcool omovanillico, l’acido vanillico e la vanillina.

PROPRIETÀ TERAPEUTICHE

Azione sulla prostata. Studi in vitro e nell’animale hanno dimostrato che questa pianta contiene numerosi lignani, che hanno una buona affinità con la SHBG (Sex hormone binding globulin). Proprio tale meccanismo d’azione potrebbe avere un ruolo importante nel determinare l’attività antiprostatica di questa pianta. Inoltre l’estratto secco di Ortica è anche dotato di azione alfa 1 simpaticolitica a livello della muscolatura del detrusore della vescica, con conseguente aumentato rilasciamento dello stesso. Studi in vitro su tessuto prostatico di ratto in degenerazione adenomatosa hanno dimostrato che l’estratto metanolico di questa droga è in grado di ridurre di circa il 50% la crescita di questo tipo di tessuto.Studi in vitro hanno anche evidenziato che la lectina dell’ortica, così come l’interleukina 2, è in grado di legarsi a frammenti di tessuto prostatico umano di tipo iperplastico o neoplastico, con spiccata preferenza per quello iperplastico.Altri studi sempre in vitro su tessuto prostatico di tipo iperplastico indicano che tutti i tipi di estratto di ortica (esanico, eterico, etil acetico e butanolico) inibiscono consistentemente (dal 27,6 all’81,5%) l’attività dell’enzima Na, K-ATPasi del tessuto prostatico alla dose di 0,1 mg./ml., mentre altri componenti della droga quali stigmasterolo, campesterolo e stigmast-4-en-3-one presi isolatamente hanno anch’essi azione analoga anche se un po’ minore di quella dell’estratto in toto. Questi risultati potrebbero indicare che l’inibizione dell’enzima Na, K-ATPasi sia un meccanismo importante per spiegare l’azione soppressiva dell’ortica sul metabolismo e sulla crescita di cellule prostatiche umane ipertrofiche e/o adenomatose. Inoltre le lectine dell’ortica riducono di circa il 53% il legame dell’epidermal growth factor (EGF) con i propri recettori in colture di tessuto prostatico umano ipertrofico. Uno studio nel ratto ha valutato l’effetto di un estratto di ortica sull’ipertrofia prostatica benigna indotta dal testosterone e nella parte in vitro dello stesso l’azione dell’estratto sulla 5 alfa reduttasi. La finasteride veniva usata come controllo positivo. Si è visto che l’estratto e il beta sitosterolo riducevano l’aumento del peso della prostata e del PSA indotti dal testosterone, con un effetto non lontano da quello della finasteride. In vitro entrambe queste sostanze avevano una significativa azione inibitoria sulla 5 alfa reduttasi. Lo studio indica che un estratto di ortica e il beta sitosterolo hanno azione antiproliferativa a livello prostatico nel ratto (22).

La letteratura inerente agli studi clinici che dimostrano l’efficacia dell’Urtica Dioica sulla prostata è ricchissima.

In uno studio clinico ad esempio è stato valutato l’effetto del sitosterolo sull’ipertrofia prostatica benigna. A tale scopo un gruppo di 177 pazienti con una chiara sintomatologia riferibile alla suddetta malattia sono stati trattati per un periodo di 6 mesi con il sitosterolo alla dose di 130 mg/die per os o con un placebo. Come parametri di valutazione si utilizzavano l’International prostate symptom score (IPSS), il flusso urinario massimo, il volume residuo postminzionale e un’autovalutazione sull’intensità dei sintomi fatta dai pazienti stessi su un apposito questionario. Al termine della sperimentazione vi è stato un miglioramento statisticamente significativo (p< 0,01) in tutti i parametri esaminati nei pazienti del gruppo verum rispetto a quelli del gruppo placebo. Non sono stati osservati evidenti effetti collaterali (1).

Un altro studio clinico ha valutato l’effetto del sitosterolo su 12 pazienti affetti da ipertrofia prostatica benigna. Essi ricevevano per os 180 mg/die di sitosterolo per un periodo di 3 mesi, con valutazione dei seguenti parametri: International prostate symptom score (IPSS), flusso urinario massimo, residuo vescicale post-minzionale, volume della prostata e questionario di autovalutazione. Al termine della sperimentazione l’IPSS e il questionario di autovalutazione mostravano miglioramenti statisticamente significativi (p<0,05) nel gruppo verum rispetto a quello placebo, mentre gli altri parametri esaminati evidenziavano solo miglioramenti lievi e non statisticamente significativi. Anche in questo studio non sono stati riscontrati effetti collaterali degni di nota (2).

Uno studio clinico controllato ha indagato l’effetto di un preparato a base di estratto lipidi sterolico di serenoa e di estratto secco di ortica sui sintomi irritativi dell’ipertrofia prostatica benigna. Sono stati arruolati 120 pazienti, che assumevano per os il preparato in questione o un placebo per 24 settimane. Si valutavano la frequenza delle minzioni, l’urgenza delle stesse e la qualità di vita tramite test appositi validati pre e post terapia. Al termine dello studio si è notato che i pazienti del gruppo verum avevano un significativo calo della frequenza delle minzioni e dell’urgenza delle stesse e della qualità della vita rispetto a quelli del gruppo placebo. Non sono stati osservati nei due gruppi effetti collaterali rilevanti. Lo studio indica che la combinazione Serenoa/Ortica è efficace e ben tollerata nel combattere i sintomi irritativi causati dall’ipertrofia prostatica, migliorando la qualità di vita dei pazienti affetti da questa malattia (18).

La Commissione E tedesca riporta che l’ortica (radice) è utile per risolvere i problemi urinari associati agli stadi I e II della IPB. Come la Serenoa ed il Pigeo africano, anche l’Ortica allevia la sintomatologia. Gli studi disponibili, tutti pubblicati in lingua tedesca, hanno infatti evidenziato effetti benefici della radice di ortica nell’alleviare la sintomatologia della IPB.

EFFETTI COLLATERALI: Può verificarsi una reazione allergica al contatto con le parti aeree della pianta, che può prolungarsi fino a 12-14 ore dopo il contatto stesso. È probabile che l’effetto immediato sia dovuto all’azione dell’istamina contenuta nella pianta, ma un effetto così prolungato parrebbe dovuto a sostanze tossiche sulle terminazioni nervose e/o capaci di stimolare il rilascio di altri mediatori allergogeni, il che sembrerebbe confermato dall’aspetto istologico della cute interessata, dove si osserva un numero superiore alla norma di mastociti associati con cellule dendritiche cutanee e con numerosi linfociti.

CONTROINDICAZIONI: Nessuna degna di nota. Per prudenza non somministrare in gravidanza e durante l’allattamento.

STUDI CLINICI A SUPPORTO

Articolo in italiano 2010 Jan-Mar;77(1):43-51.

ASSOCIAZIONE SERENOA REPENS, URTICA DIOICA E PINUS PINASTER NEL TRATTAMENTO DELLE INFIAMMAZIONI DEL BASSO TRATTO URINARIO Pavone C1, Abbadessa D, Tarantino ML, Oxenius I, Laganà A, Lupo A, Rinella M.

Introduzione: La Serenoa repens (saw palmetto) è stata impiegata per il trattamento dei sintomi del basso tratto urinario (LUTS) per diversi anni. Il suo meccanismo d’azione si ritiene sia dovuto alle sue proprietà antiandrogene, antiproliferative e antinfiammatorie. In questi ultimi anni è stata proposta l’associazione di Serenoa Repens, Urtica dioica (che mostrato avere attività antiproliferativa) ed il Pinus pinaster (che ha mostrando attività antinfiammatoria. Tale azione si auspica possa esser utile non solo riducendo le LUTS ma anche impedendo lo sviluppo del cancro alla prostata.
Materiali e metodi: Nel corso degli anni 2007 e 2008, 320 pazienti affetti da LUTS sono stati trattati con una associazione di Serenoa repens 320 mg, 120 mg Urtica dioica e Pinus pinaster 5 mg, di nome IPB-TRE. Questo trattamento è stato somministrato a tutti i pazienti per una durata minima di 30 giorni ad un massimo di un anno, da solo o in associazione con antibiotici o alfa-bloccanti, se necessario. L’Analisi Esito si è basata su una valutazione dei sintomi, il volume della prostata e portata massima (Qmax).
Risultati: Da un’attenta analisi dei dati raccolti nel nostro database, le seguenti osservazioni sono state effettuate le seguenti osservazioni: età varia tra i 19 e 78 anni. I pazienti erano affetti da BPH nel 46% dei casi, da prostatite cronica nel 43%, dolore pelvico cronico-genitale nel 7% e altre condizioni a 4%, il numero totale di pazienti arruolati è stato rispettivamente di 147, 138, 22 e 7. Nessun effetto collaterale indesiderato è stato riportato in alcun caso. Le variazioni di punteggio dei sintomi possono essere pienamente valutate solo in 80 dei 320 pazienti (25%), di cui 68 (85%) hanno riportato un beneficio significativo, con particolare riferimento ad un miglioramento del dolore, urgenza, nicturia e stranguria. I dati sulle variazioni di volume della prostata, come misurato da esplorazione rettale, erano disponibili in 84 (26,5%) pazienti. Nessun cambiamento significativo è stato osservato. Qmax dopo il trattamento è stata misurata in 83 (26%) pazienti. Esso non mostra variazioni significative rispetto ai valori iniziali.
Discussione: L’associazione testata nel nostro studio è risultata essere sicura e ben tollerata. Non sono stati osservati cambiamenti nella portata e il volume della prostata, ma una marcata riduzione dei LUTS è stata osservata nel 85% dei casi valutabili, soprattutto per quanto riguarda il dolore ed i sintomi irritativi. Si ritiene utile testare l’efficacia di tale associazione nella prevenzione del cancro della prostata, in studi futuri.

Articolo in inglese Urology. 2010 Jan-Mar;77(1):43-51.
ASSOCIATING SERENOA REPENS, URTICA DIOICA AND PINUS PINASTER. SAFETY AND EFFICACY IN THE TREATMENT OF LOWER URINARY TRACT SYMPTOMS. PROSPECTIVE STUDY ON 320 PATIENTS
Pavone C1Abbadessa DTarantino MLOxenius ILaganà ALupo ARinella M.
Abstract
Introduction: Serenoa repens (saw palmetto) has been employed for the treatment of lower urinary tract symptoms (LUTS) for several years. Its mechanism of action is believed to be due to antiandrogenic, antiproliferative and antinflammatory properties. An association of Serenoa with the nettle “Urtica dioica” showing antiproliferative activity and the pine “Pinus pinaster” derivative, showing antinflammatory action, has been proposed in recent years. Such an action is hoped to act not only by reducing LUTS but also by preventing the development of prostate cancer.
Material and Methods: During the years 2007 and 2008, 320 patients suffering from LUTS were treated with an association of Serenoa repens 320 mg, Urtica dioica 120 mg and Pinus pinaster 5 mg, named IPBTRE. This treatment was administered to all patients for a minimal duration of 30 days to a maximum of a year, either alone or in association with antibiotics or alpha-blockers, if needed. Outcome analysis was based on evaluation of symptoms, prostate volume and maximum flow rate (Qmax).
Results: From a careful analysis of the data collected in our database, the following observations can be made: ages varied between 19 and 78 years. The patients were affected by BPH in 46% of cases, chronic prostatitis syndrome in 43%, chronic genital-pelvic pain in 7% and other conditions in 4%, the absolute numbers being 147, 138, 22 and 7 patients, respectively. No untoward side effect was reported in any case. Variations in symptom score could be fully evaluated only in 80 of 320 patients (25%), of whom 68 (85%) reported a significant benefit, with special reference to an improvement of pain, urgency, strangury and nocturia. Data on variations in prostate volume, as measured by digital rectal examination, were available in 84 (26.5%) patients. No significant change was observed.

Phytother Res. 2014 Jul;28(7):949-55.
PHYTOTHERAPY OF BENIGN PROSTATIC HYPERPLASIA. A MINIREVIEW.
Pagano ELaudato MGriffo MCapasso R.
Abstract
Benign prostate hyperplasia (BPH) is a common condition affecting older men, with an incidence          that is age-dependent. Histological BPH, which typically develops after the age of 40 years, ranges in prevalence from >50% at 60 years to as high as 90% by 85 years of age. Typical symptoms include increased frequency of urination, nocturia, urgency, hesitancy, and weak urine stream. Conventional medicines used for the treatment of BPH include alpha blockers and 5-alpha reductase inhibitors. This article reviews the mode of action, the efficacy, and the safety, including herb-drug interactions of the most common botanicals (Serenoa repens, Pygeum africanum, Urtica dioica, and Cucurbita pepo) and nutraceuticals (isoflavones, lycopene, selenium, and β-Sitosterol) in controlling the lower urinary tract symptoms associated to BPH.

Inflamm Allergy Drug Targets. 2012 Jun;11(3):207-21.
A REVIEW OF ANIMAL AND HUMAN STUDIES FOR MANAGEMENT OF BENIGN PROSTATIC HYPERPLASIA WITH NATURAL PRODUCTS: PERSPECTIVE OF NEW PHARMACOLOGICAL AGENTS.
Azimi H1, Khakshur AAAghdasi IFallah-Tafti MAbdollahi M.
Abstract
Objective: In this paper, we reviewed plants being effective in treatment of BPH for the purpose of finding new sources of pharmaceutical agents.
Methods: All pertinent literature databases were searched. The search keywords were plant, herb, herbal therapy, phytotherapy, benign prostatic hyperplasia, BPH, and prostate. All of the human, animal and in vitro studies were evaluated.
Results: According to the studies, some of the substantial effective constituents of the plants in treatment of BPH are oenothein B, icaritin, xanthohumol, diarylheptanoid, 2,6,4′-trihydroxy-4-methoxybenzophenone, emodin, fatty acids, atraric acid, n-butylbenzene-sulfonamide, curbicin, theaflavin-3,30-digallate, penta-O-galloyl-b-D-glucose, lycopene, sinalbin, β-sitosterol, secoisolariciresinol diglucoside, genistein, apigenin, baicalein, and daidzein. Besides, Serenoa repens, Pygeum africanum, Curcubita pepo, and Urtica dioica as the most prevalent plants used to treat BPH. S. repens in human studies showed equivalent effectiveness to tamsulosin and in combination to U. dioica revealed equal effects to finasteride with less side effects.
Conclusion: There are numerous plants that have beneficial influence on BPH although the mechanisms of action in some plants are not well understood yet. Active ingredients of some of these plants are known and can be used as lead components for development of new effective and safe drugs.

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Quanto proposto è ad esclusivo scopo informativo e non sostituisce il medico a cui bisogna rivolgersi per i problemi relativi alla salute.